Regista statunitense. Indubbiamente una delle voci più originali e inventive del cinema indipendente americano, capace di connotare in maniera unica i suoi film pur attraverso un linguaggio in continua maturazione. Laureatosi in regia alla New York University con Permanent Vacation (1982), che ottiene subito una distribuzione all'estero, nel 1984 realizza Stranger Than Paradise - Più strano del paradiso, che racconta con umorismo e senso dell'assurdo il viaggio di tre ragazzi da New York alla Florida. Ancora un viaggio in Daunbailò (1986), storia di tre evasi interpretata anche da R. Benigni, mentre Mystery Train - Martedì notte a Memphis (1989) si compone di tre episodi ambientati nella città. Più diseguale il risultato di Night on Earth (1991), che annuncia un leggero logorio del suo stile, comunque concentrato su una narrazione minimale che si intreccia al gusto per la sottigliezza ironica. Con lo splendido, ideale dittico composto da Dead Man (1995) e Ghost Dog - Il codice del samurai (1999) J. porta il suo cinema ai confini della perfezione narrativa, formale e teorica, raccontando due rarefatte storie di uomini (un contabile perdutosi nel West e un killer professionista) che accolgono la morte dopo un lungo corteggiamento. Nel 2003 porta a compimento un progetto di cinema «antisalutista» iniziato dieci anni prima (Coffee and Cigarettes), composto da alcuni cortometraggi in bianco e nero realizzati in epoche diverse e con attori differenti, ma accomunati dall'elogio di nicotina e caffeina, mentre nel 2005 vince il Gran premio della giuria al Festival di Cannes con Broken Flowers, dove dirige un impenitente B. Murray nei panni di un single che cerca di scoprire fra le sue tante donne chi è la madre di suo figlio. Autore dallo sguardo surreale e penetrante, capace come pochi di mescolare tragico, comico e patetico, J. è anche un raffinato conoscitore delle musiche rock, rap e free jazz che spesso utilizza nei suoi film.